mercoledì 2 luglio 2014

“Potevate almeno dirmi grazie”


Erano gli anni in cui le feste del Santo Patrono, le feste dell'Unità e poco altro permettevano a noi “giovani” di ascoltare la musica che non fosse quella dei nostri genitori. (io sognavo di suonare la batteria, che non potevo acquistare, percuotendo tutto quello che mi capitava sotto le mani con somma incazzatura di chi mi stava attorno)
Alle feste dell' Unità soprattutto cominciavano a suonare dal vivo i primi complessi locali che nonostante l'obbligo in auge allora dei “3 lisci, 3 lenti e 3 shake” proponevano nel loro piccolo cover degli artisti stranieri più conosciuti allora. (Santana, Jethro Tull, Led Zeppelin ecc)
In quel periodo ci stavamo formando musicalmente travolti dall'ondata di rinnovamento musicale dell'epoca, ci si metteva sotto il palco o almeno il più vicino possibile per “rubare il mestiere”, per capire che note c'erano in quel solo o, chimera, conoscere qualcuno del gruppo che durante la pausa (suonavano in media 4 ore) convinceva gli altri e  l' organizzazione a farti esibire nell'indifferenza più totale dei presenti ma quando si raggiungeva l'obiettivo era come essere a Woodstock.
Avere un amico, che oltre alle disponibilità economiche non indifferenti (aveva allestito nell' appartamento vuoto della nonna una “sala di ascolto” dotata di un “vero” impianto Hi-Fi – per gli amatori giradischi TORENS TD 125 MK II con braccio SME 2009 e testina SHURE, pre e finale SAE e casse JBL  dove ci si ritrovava tutti i pomeriggi ad ascoltare “la nuova Musica” che il nostro acquistava in quantità industriale e onestamente “tanto al chilo”) , accelerò la conoscenza del nuovo modo di fare musica.
Noi bastardi approfittando di ciò gli proponevamo di acquistare questo o quell'LP a seconda dei nostri gusti e delle nostre curiosità che erano stimolate soprattutto dalla vorace lettura di Ciao 2001 e l'ascolto di “Supersonic – musica a Mach 2” in onda su Rai Radio 2 (in zona cominciavano allora le prime Radio libere)
Decine e decine i dischi ascoltati, giudicati, discussi, promossi, bocciati ecc. legati soprattutto al famoso progressive made in Italy con sconfinamenti nel nascente Jazz rock.
Ma torniamo alle feste del santo patrono.
A Bussana c'erano a settembre i festeggiamenti di Sant Egidio in cui, non si sa bene come e perchè vennero chiamati a suonare, "UDITE-UDITE", i New Trolls, Le Orme e la Formula 3, che noi potemmo vedere dal vivo, e dirò di più, “quasi sul palco” (almeno questo è quello di cui mi ricordo)
A Levà c'era la festa di Sant Isidoro che dopo i “fasti” degli anni '60 era caduta nel dimenticatoio come festa popolare mantenendone solo la parte prettamente religiosa
Si decise allora di provare a resuscitarne la parte più ludica e godereccia (mangiare, bere e ballare)
Era il secondo anno e a seguito del successo dell'anno precedente (soprattutto nel rientro economico) si pensò di organizzare per la serata del sabato sera un concerto con qualche musicista o gruppo “di grido”
Contattiamo allora chi gestiva le “tournèè” (cioè stasera suoni alla festa del santo patrono di Battipaglia, domani nella nuova discoteca ZumZum, e così via) dei gruppi di allora e ci facciamo inviare il calendario con la disponibilità di data.
Primo obiettivo: I New Trolls – occupati
secondo obiettivo: PFM – occupati ..........................a seguire Formula 3 – occupati altri .........................................................occupati
ad un certo punto vedo nella lista degli artisti Alan Sorrenti. La maggior parte lo ricorda come “il figlio delle stelle” ma in allora aveva appena inciso “Aria” .
Pronti via e, sulla fiducia nei miei confronti che sostenevo a spada tratta la candidatura (anche perchè in alternativa si andava da Orietta Berti a Peppino di Capri ecc) si organizza il tutto.
Alan Sorrenti - Aria (download)
Arriva il giorno della verità e, dopo un pomeriggio passato a servire (e bere) bicchieri di vermentino a (e con) Sorrenti e i suoi musici (Tony Esposito percussioni e Robert Fix saxofoni) la sera il concerto.
Sconcerto e curiosità da parte degli abitanti e frequentatori della festa nell' arrivare al campo sportivo e anziché trovarsi di fronte al “complessino” che li avrebbe fatti ballare si ritrovano immersi in una moltitudine di giovani “capelloni” che hanno occupato la pista da ballo.

                                                      
Per non parlare del “tipo” sul palco che gorgheggia canzoni (canzoni???) incomprensibili accompagnate da un sottofondo di percussioni e fiati con suoni e ritmi un po' troppo diversi da quelli della musica da ballo.
Comunque grande concerto e grande evento per tutti i presenti (più o meno presenti ricordando gli aromi e le nuvole di fumo che si alzavano dal parterre)
Ora in un eccesso di protervia dirò a chi c'era “potevate almeno dirmi grazie”

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