Nella terminologia della musica leggera
(principalmente pop e rock), una cover è la reinterpretazione o il
rifacimento di un brano musicale - da altri interpretato e pubblicato
in precedenza - da parte di qualcuno che non ne è l'interprete
originale.
In altri ambiti musicali (nella musica classica, ad
esempio) l'esecuzione di una stessa composizione da parte di
interpreti diversi è la regola, quindi non esiste un termine
corrispondente.
Nel jazz si definisce standard il tema di una
canzone nota, che i musicisti usano come base per variazioni e
improvvisazioni: queste, tuttavia, non sono semplici interpretazioni
o arrangiamenti della canzone originale, quindi non sono assimilabili
a "cover".
Premesso che
personalmente per “cover” intendo la reinterpretazione (e non la
più o meno fedele riproduzione) di un pezzo altrui, scovarne nel
repertorio zappiano non è un'impresa facile.
Non perchè lo stesso
abbia disdegnato di reinterpretare e sicuramente omaggiare brani
altrui, ma visto lo sconfinato repertorio a nome Zappa.......è stato un
po' come cercare il classico ago nel pagliao.
Comunque, complice un'
approfondita ricerca in rete e parzialmente la mia memoria, ho fatto
un elenco di pezzi di cui voglio proporre l'ascolto con il raffronto
con l'originale e commento annesso.
Cominciamo con la “ballad
per eccellenza”
Stairway to Heaven - Led Zeppelin
Difficile riassumere
l’importanza di questo brano. Per dare un’idea di quanto amore
abbia seminato, basti dire che è la più famosa rock song di tutti i
tempi pur senza essere mai stato pubblicata come singolo. Punto.
Altro paradosso: è il brano più rappresentativo dei Led Zeppelin
pur costituendone un’anomalia, perché è l’unica ballata pura
della band, al punto che l’accoglienza ai primi concerti era stata
molto fredda – la prima volta in assoluto fu il 5 marzo 1971 a
Belfast.
Grazie anche a Stairway
to Heaven, pubblicata nel 1971 in «Led Zeppelin IV», il gruppo di
Page e Plant ha superato i trecento milioni di dischi venduti nel
mondo. Solo lo spartito ha venduto un milione e duecentomila copie.
Il primo riferimento
conosciuto di una «scalinata verso il paradiso» si trova nella
Bibbia nel libro della Genesi, versetto 28:12, quando in sogno a
Giacobbe vengono ribadite le promesse fatte ad Abramo. Ma la ricerca
spirituale di Robert Plant, autore del testo, aveva poco a che fare
con il cristianesimo. Aveva da poco terminato di leggere Magic Arts
in Celtic Britain di Lewis Spence, esperto di occulto scozzese.
Proprio l’interesse di Plant verso la magia e l’amore di Page per
Aleister Crowley, padre del satanismo, svilupparono l’assurda
teoria che una strofa di Stairway to Heaven ascoltata al contrario
contenga un inno al demonio, tesi sempre smentita dagli Zeppelin.
Questa è la strofa
incriminata: «Se c’è trambusto nella tua siepe non ti allarmare,
è solo la pulizia di primavera per la festa di Maggio / Sì, ci sono
due strade che puoi percorrere, ma a lungo andare c’è sempre tempo
per cambiare strada...». Ascoltata al contrario, si dovrebbero
percepire queste parole: «O, questo è per il mio dolce Satana,
colui il cui piccolo sentiero mi renderà triste, con i suoi poteri è
Satana. Lui ti ucciderà con il suo 666 e in un capanno degli
attrezzi ci farà soffrire, triste Satana».
Il brano è così
fortemente legato alla voce di Plant che, quando gli Zeppelin si
sciolsero, Jimmy Page non permise mai a nessun altro cantante di un
suo gruppo di eseguirla: in alcune occasioni si limitava a una
versione strumentale.
Fu scritta davanti al
camino di una villa chiamata Headley Grange, senza elettricità ma
con una grande acustica. Plant ha più volte dichiarato di avere
l’impressione che qualcuno stesse muovendo la matita al posto suo.
Forse è questa la ragione per cui alcuni passaggi non sono chiari
nemmeno a lui.
(tratto da "
Massimo Cotto - We will rock you: Segreti e bugie - 709 canzoni come non le avete mai sentite - Edizioni Rizzoli")
Bene.
Dato a Cesare quel che è
di Cesare andiamo a vedere cosa pensò di fare il Nostro amato baffo.
Inanzitutto, come buona
abitudine allo stravolgimento delle cose, la versione Zappiana è
un'ironica reinterpretazione free reggae con cambi di tempo ed
imprevedibili schitarrate fino al famoso cambio centrale.
Fino a qui, tutto
sommato, le due versioni si somigliano abbastanza, ma già si nota
che l'intento artistico di rivisitare il pezzo, arricchendolo di
nuovi inaspettati elementi.
Dopo il cambio, accade il
miracolo.
Il fraseggio di chitarra
introduce un'accelerazione improvvisa e le trombe prendono il
sopravvento. Sono loro? Sì! è proprio la sezione di fiati!
Gli ottoni suonano
esattamente quel solo di chitarra senza un' errore e anche la
frasetta velocissima viene interpretata magnificamente!
Ed a quel punto spunta la
chitarra di Frank, trionfante, che riempie proprio su quella parte
che, per mancanza di organico, Jimmy Page non ha mai potuto eseguire
dal vivo.
Il vecchio Frank le aveva
proprio pensate tutte.
Quando pensiamo sia tutto finito, la canzone accelera di nuovo, prende la voce il
buon Bobby Martin con un groove demoniaco e canta il ritornello finale
come Plant non è mai riuscito in vita sua.
Il cambio che ne segue è
prog puro, con la batteria che suona forsennata seguendo i cambi
della chitarra, fino alla grande frase finale “Annnnd She's
Buuying a...Staaaairwaaaay...to Heaveeeeeen”, armonizzata con
un coro degno dei migliori Crosby Stills Nash & Young.
Che
dire..................non voglio certo sostenere che la
reinterpretazione sia meglio dell'originale ma secondo il mio
modestissimo parere la esalta ancor di più.
Comunque se ne avete
voglia ascoltate e commentate.
Qui trovate la versione di Zappa
Download : Stairway to heaven - Frank Zappa
Qui la versione originale Led Zeppelin
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