martedì 10 marzo 2015

Cover e dintorni

Nella terminologia della musica leggera (principalmente pop e rock), una cover è la reinterpretazione o il rifacimento di un brano musicale - da altri interpretato e pubblicato in precedenza - da parte di qualcuno che non ne è l'interprete originale.
In altri ambiti musicali (nella musica classica, ad esempio) l'esecuzione di una stessa composizione da parte di interpreti diversi è la regola, quindi non esiste un termine corrispondente.
Nel jazz si definisce standard il tema di una canzone nota, che i musicisti usano come base per variazioni e improvvisazioni: queste, tuttavia, non sono semplici interpretazioni o arrangiamenti della canzone originale, quindi non sono assimilabili a "cover".
Premesso che personalmente per “cover” intendo la reinterpretazione (e non la più o meno fedele riproduzione) di un pezzo altrui, scovarne nel repertorio zappiano non è un'impresa facile.
Non perchè lo stesso abbia disdegnato di reinterpretare e sicuramente omaggiare brani altrui, ma visto lo sconfinato repertorio a nome Zappa.......è stato un po' come cercare il classico ago nel pagliao.
Comunque, complice un' approfondita ricerca in rete e parzialmente la mia memoria, ho fatto un elenco di pezzi di cui voglio proporre l'ascolto con il raffronto con l'originale e commento annesso.

Cominciamo con la “ballad per eccellenza”

Stairway to Heaven - Led Zeppelin

Difficile riassumere l’importanza di questo brano. Per dare un’idea di quanto amore abbia seminato, basti dire che è la più famosa rock song di tutti i tempi pur senza essere mai stato pubblicata come singolo. Punto. Altro paradosso: è il brano più rappresentativo dei Led Zeppelin pur costituendone un’anomalia, perché è l’unica ballata pura della band, al punto che l’accoglienza ai primi concerti era stata molto fredda – la prima volta in assoluto fu il 5 marzo 1971 a Belfast.
Grazie anche a Stairway to Heaven, pubblicata nel 1971 in «Led Zeppelin IV», il gruppo di Page e Plant ha superato i trecento milioni di dischi venduti nel mondo. Solo lo spartito ha venduto un milione e duecentomila copie.
Il primo riferimento conosciuto di una «scalinata verso il paradiso» si trova nella Bibbia nel libro della Genesi, versetto 28:12, quando in sogno a Giacobbe vengono ribadite le promesse fatte ad Abramo. Ma la ricerca spirituale di Robert Plant, autore del testo, aveva poco a che fare con il cristianesimo. Aveva da poco terminato di leggere Magic Arts in Celtic Britain di Lewis Spence, esperto di occulto scozzese. Proprio l’interesse di Plant verso la magia e l’amore di Page per Aleister Crowley, padre del satanismo, svilupparono l’assurda teoria che una strofa di Stairway to Heaven ascoltata al contrario contenga un inno al demonio, tesi sempre smentita dagli Zeppelin.
Questa è la strofa incriminata: «Se c’è trambusto nella tua siepe non ti allarmare, è solo la pulizia di primavera per la festa di Maggio / Sì, ci sono due strade che puoi percorrere, ma a lungo andare c’è sempre tempo per cambiare strada...». Ascoltata al contrario, si dovrebbero percepire queste parole: «O, questo è per il mio dolce Satana, colui il cui piccolo sentiero mi renderà triste, con i suoi poteri è Satana. Lui ti ucciderà con il suo 666 e in un capanno degli attrezzi ci farà soffrire, triste Satana».
Il brano è così fortemente legato alla voce di Plant che, quando gli Zeppelin si sciolsero, Jimmy Page non permise mai a nessun altro cantante di un suo gruppo di eseguirla: in alcune occasioni si limitava a una versione strumentale.
Fu scritta davanti al camino di una villa chiamata Headley Grange, senza elettricità ma con una grande acustica. Plant ha più volte dichiarato di avere l’impressione che qualcuno stesse muovendo la matita al posto suo. Forse è questa la ragione per cui alcuni passaggi non sono chiari nemmeno a lui.
(tratto da "  Massimo Cotto - We will rock you: Segreti e bugie - 709 canzoni come non le avete mai sentite - Edizioni Rizzoli")


Bene.
Dato a Cesare quel che è di Cesare andiamo a vedere cosa pensò di fare il Nostro amato baffo.
Inanzitutto, come buona abitudine allo stravolgimento delle cose, la versione Zappiana è un'ironica reinterpretazione free reggae con cambi di tempo ed imprevedibili schitarrate fino al famoso cambio centrale.
Fino a qui, tutto sommato, le due versioni si somigliano abbastanza, ma già si nota che l'intento artistico di rivisitare il pezzo, arricchendolo di nuovi inaspettati elementi.
Dopo il cambio, accade il miracolo.
Il fraseggio di chitarra introduce un'accelerazione improvvisa e le trombe prendono il sopravvento. Sono loro? Sì! è proprio la sezione di fiati!
Gli ottoni suonano esattamente quel solo di chitarra senza un' errore e anche la frasetta velocissima viene interpretata magnificamente!
Ed a quel punto spunta la chitarra di Frank, trionfante, che riempie proprio su quella parte che, per mancanza di organico, Jimmy Page non ha mai potuto eseguire dal vivo.
Il vecchio Frank le aveva proprio pensate tutte.
Quando pensiamo sia tutto finito, la canzone accelera di nuovo, prende la voce il buon Bobby Martin con un groove demoniaco e canta il ritornello finale come Plant non è mai riuscito in vita sua.
Il cambio che ne segue è prog puro, con la batteria che suona forsennata seguendo i cambi della chitarra, fino alla grande frase finale “Annnnd She's Buuying a...Staaaairwaaaay...to Heaveeeeeen”, armonizzata con un coro degno dei migliori Crosby Stills Nash & Young.

Che dire..................non voglio certo sostenere che la reinterpretazione sia meglio dell'originale ma secondo il mio modestissimo parere la esalta ancor di più. 
Comunque se ne avete voglia ascoltate e commentate. 


Qui trovate la versione di Zappa

 Download : Stairway to heaven - Frank Zappa







             


 Qui la versione originale Led Zeppelin                                 

mercoledì 18 febbraio 2015

Buon compleanno

Esattamente un anno fa pubblicavo il mio primo post.

Ad oggi il blog ha avuto  circa 2700 visualizzazioni

Sono soddisfatto e intendo proseguire

Avrei voluto pubblicare un nuovo post ma non ci sono riuscito un pò per pigrizia e un pò la mancanza della famosa "memoria storica"

Comunque.......................

lunedì 5 gennaio 2015

My name is Bobby Brown



              Avevo scoperto l'esistenza di Frank Zappa sulle pagine del solito Ciao 2001 e spinto dalla curiosità iniziai il viaggio nel suo mondo acquistando usato (ma originale) “Freak Out” e di seguito   registrando tutto quanto riuscivo a reperire da amici e conoscenti più dotati economicamente di me da potersi permettere l'acquisto di Lp che io dovevo centellinare come fossero vini d'annata
Purtroppo non ero ancora riuscito ad andare a vedere live il mio nuovo mito in quanto a seguito delle contestazioni per la “musica Gratis” tutti, o quasi, gli artisti stranieri in quegli anni non fecero più tour in italia.
Comunque si presenta l'occasione per coronare il mio “piccolo sogno” quando alcuni amici di ritorno da Amsterdam vedono in Francia i manifesti per un concerto dello “Zio”
Appena rientrati in Italia me lo comunicano e organizziamo il nostro “Tour”
Il concerto si sarebbe tenuto ad Orange, cittadina vicino ad Avignone.
Il mattino del giorno fatidico (20 giugno 1980) ci si vede al solito bar e si parte.
Orange dista circa 350 Km dal nostro paesello e ci si appresta a partire con ben tre equipaggi su roboanti mezzi: una Fiat 127 del 1971 (la mia), un Citroen Dyane 6 e una Vespa Primavera 125.
In tutto 10 appassionati che volendo potevano stare tutti sulle auto (anche se un po' stretti e scomodi) ma, dissero Gino e Gabriele “vuoi mettere venire fino a laggiù in Vespa?”
De gustibus non est disputandum” e si parte.
Fiat 127 da me guidata con a bordo Vito, Nello e Gianfranco oltre a tenda, sacchi a pelo, due taniche di vino bianco (ci venisse sete durante il viaggio)
Diane 6 condotta da Franco accompagnato da Aldo, Pasquale e Gianfranco 2, oltre alla dotazione di cui sopra ad esclusione del vino che era nostro appannaggio gestire ma dotati di cibarie tipiche del nostro territorio (torta verde, sardenaira e altro).
Come detto prima Gino e Gabriele in Vespa.
L'idea di prendere l'autostrada non ci sfiora neppure sia perchè in Vespa non era possibile accedervi sia per il costo della stessa al di fuori del nostro budget.
 
Lungo le strade statali francesi attraversando cittadine, borghi e quant'altro ci avviciniamo lentamente alla meta. 
Ad ogni semaforo il “vivandiere” Vito si preoccupava di rifornire di vino i nostri a bordo della Vespa e della Dyane saltando agilmente fuori dalla 127 e rientrando sulla stessa prontamente appena scattato il verde.   A volte il tempo d'attesa era tirannicamente troppo poco ed il nostro “oste” saliva in ogni caso prontamente sulla Dyane (in braccio ad Aldo seduto davanti) pronto a rientrare alla base alla fermata successiva.
La temperatura esterna era abbastanza elevata per cui ci rinfrescavamo con una doccia improvvisata nei giardini dei nostri cugini d' oltralpe dotati di impianto di irrigazione scavalcando siepi e/o muretti sia per entrare sui praticelli che e soprattutto per uscirne (scappare a gambe levate dalle minacce incazzate dei proprietari)


Finalmente arriviamo alla meta.
 
 

Primo obiettivo individuare il teatro dove si sarebbe svolto il concerto, secondo acquistare i biglietti





 

Detto fatto bivacchiamo davanti al teatro in attesa dell'orario di apertura dei cancelli.
Aldo, complice il vino ed altro, improvvisa una sorta di spettacolo di strada con gag, risate roboanti, ammiccamenti alle ragazze che passavano e distribuzione del vino rimasto agli astanti in attesa come noi.
 



Nel frattempo arrivano anche i “vespisti”, il gruppo si riunisce, si aprono i cancelli, entriamo e …...............sorpresa.............................. il teatro è uno dei teatri romani meglio conservati al mondo con posti a sedere formati da una scalinata ad arco dove su ogni fila di posti ci si può addirittura sdraiare!!!!!!!!!!!

Impianto di amplificazione con casse foderate in velluto rosso (lo “Zio” in tour non badava a spese!!!!) e musica classica in sottofondo.
Finalmente inizia il concerto con l'ingresso della band composta da :

 
Ike Willis, chitarra e voce
Ray White, chitarra e voce
Arthur Barrow, basso e voce
David Logeman, drums e voce
Tommy Mars. Tastiere e voce




Infine entra il Maestro accompagnato da un nero pelato, altissimo, con addosso un kimono che si piazzò sul palco e che con un piccolo puntatore tipo laser si spostava sui due lati dell’amplificazione e indicava a un paio di aiutanti nella platea i furbacchioni che stavano registrando, inviandoli a sequestrare il materiale. Il personaggio scoprii essere tal John Smothers, da Baltimora, guardia del corpo di Frank e maestro nel sequestro di macchine fotografiche e materiale registrato oltre che fustigatore (aveva veramente un frustino) di chi tentava di salire o avvicinarsi troppo al palco.

Concerto memorabile anche per il fatto che vicino a me si era seduto Vito che avendo vissuto per anni in America mi traduceva in tempo reale quanto veniva detto tra un pezzo e l' altro consentendomi di apprezzare ancora di più quanto stavamo ascoltando. Che dire poi quando la band propone uno stralcio della Marsigliese rielaborata tipicamente nel suo stile dirigendo con una baguette (quel tipo di pane che i francesi acquistano e poi portano a casa bellamente sotto le ascelle e senza sacchetto di carta!!!!!!!!!!!!!!)
Un susseguirsi di pezzi inanellati uno dietro l'altro con la solita maestria e poi purtroppo il tutto finisce.


Usciamo e cerchiamo un posto dove accamparci per la notte. Individuato un centro sportivo con prato annesso montiamo le tende e ci apprestiamo (non senza esserci persi in commenti entusiastici dell'esperienza appena vissuta) a dormire.
Ciliegina sulla torta arrivano due agenti della Gendarmerie. Primo nostro pensiero "adesso ci fanno il c........)
Invece l'istrionico Aldo, con un francese da far impallidire una vacca svizzera e con l'aiuto di un buon bicchiere di vino li convince a farci restare con l'impegno di lasciare tutto a posto e pulito. Affare fatto! 

Al mattino si torna a casa 

Tappa obbligata : bagno a Saint Tropez, chissà come mai!!!!!!!! 



Dopo aver sbagliato strada più volte a Nizza riusciamo finalmente a ritornare al paesello.

Pur essendo passati quasi trentacinque anni ogni volta che ci reincontriamo con i partecipanti alla spedizione rinverdiamo il ricordo di quelle splendide giornate. 

Voglio dedicare quanto scritto a Vito e Gino che  purtroppo nel corso degli anni ci hanno lasciato e spero e voglio credere che adesso stiano facendo bisboccia in qualche luogo con Zio Frank e tutti gli altri componenti della famiglia dei musicisti rock.

Qui sotto trovate il link per scaricare la registrazione di quel concerto la cui qualità non è eccelsa ma storica e ringrazio comunque chi lo ha messo a disposizione sul Web  considerando anche il rischio corso dal "farsi beccare " dal fustigatore nero.

Frank Zappa - Orange 20 giugno 1980 
Set List:
1 City of Tiny Lights 00:51
2 A Pound for a Brown (incl. La Marseillaise), 11:38
3 Cosmik Debris 04:18
4 You Didn't Try to Call Me 03:45
5 Ain't Got No Heart 02:05
6 Love of My Life 01:58
7 You Are What You Is 03:26
8 Easy Meat 11:35
9 Mudd Club 04:02
10 The Meek Shall Inherit Nothing 02:13
11 Joe's Garage 02:29
12 Why Does it Hurt When I Pee? 03:37
13 Dancin' Fool 03:21
14 Bobby Brown 02:43
15 Ms. Pinky 03:57 128
16 Stick It Out
17 Drafted Again 03:26
18 The Illinois Enema Bandit 09:24