quattro
chitarre, Dodo Veroli, niente ragazze.”
No..............questa
era Talkin Milano di Guccini
La
storia è un'altra
Intervallo
- siamo sul terrazzo chi a fumare, chi a mangiare chi a cazzeggiare.
Arriva
Umberto con un giornale che riporta la notizia della “Festa
dei Proletariato Giovanile”
al Parco Lambro a Milano
Andiamo??
Sicurooooo!!!!!!!!!!!!!
Pomeriggio
ci si organizza
Equipaggio
Il
Polacco, Umberto ed Io
Come
andare.......................Risolto......................Autostop
Dove
dormire............................ Risolto
Umberto
ha zii e nonna che vivono a Milano da un pacco di tempo ed abitano a
500 metri da Parco Lambro, hanno una casa enorme e sono pugliesi (da
cui assioma = ospitalità elevata al cubo)
Allora
il casello dell'autostrada più vicino era quello di Porto Maurizio
Tragitto
Arma-Porto Maurizio: il solito Guido con la sua mitica 850 beige
Breve
avvicinamento a piedi al casello autostradale, sorriso, pollice
alzato e piena fiducia nel prossimo

Botta
di c.........o incredibile : “dofe andare voi? Milano! Ok anke io
Milano”
Tentativi
di dialogo per socializzare con il nostro chaffeur temporaneo andati
miseramente a vuoto con risposte fatte di borbottii e nulla di più.
Comunque
in breve tempo siamo a Milano – barriera autostradale e finalmente
il Ns profonde verbo :“P.....
(bestemmia rivolta alla madre di Nostro Signore) in Italia sempre
pagaren!!!!!!!!!!!!!!!!!!"
Non
ricordo se con il linguaggio universale dei gesti, se con l'inglese
imparato sui dischi, se col francese imparato (imparato???) a scuola,
con riti wodoo o come ma riuscimmo ad avere all' incirca questo
dialogo:
“Crucco:
…........................Dove vi lascio?"
“NOI:
….............................dovremmo andare a Parco Lambro”
“Crucco:
….........................ok vi lascio in centro e poi vi
arrangiate”
“NOI:
…........ok grazie –
In centro??????????????? Cazzo.....è andato
all' Hotel Hilton!!!!!!!!!!!
Umberto
nostro Virgilio ci guida nei gironi infernali della grande città
fino alla casa della nonna e degli zii
Dopo
i saluti, baci ed abbracci di rito ed il deposito bagagli e
masserizie (in realtà uno stramaledettissimo zaino militare
scomodissimo e pesantissimo ed eccezionalmente ingombrante) ci
avviamo a piedi verso l' agognata meta della “Festa
del Proletariato
Giovanile”
La
cronaca dei concerti l'ho trovata in rete in quanto la mia memoria
storica non raggiunge questi livelli di definizione. Diciamo che i
miei ricordi collimano abbastanza con quanto riportato.
“Giovedì
28.............Superata
la barriera, dopo aver acquistato la tessera (cinque giorni 500 lire)
costeggio alcuni stand, in cui si vendono oggetti svariati o si
propongono novità come la “bioenergetica”, fino a raggiungere la
tenda dell'infermeria (che fortunatamente è stata scarsamente
impegnata durante il festival) e la roulotte-segreteria, che funziona
anche da stazione radio interna. Proseguendo, arrivo al grande prato
che funge da anfiteatro, con il grande palco principale e i due
secondari. Su un lato, gli stand alimentari e poi quelli politici e i
banchetti che vendono libri e dischi. Stanno suonando gli Hasta
Cuando, la cui formazione comprende fuorusciti sudamericani che
propongono il loro folklore e le loro
canzoni
politiche in modo un po' dilettantistico. Seguono i misteriosi Mr. X
Freedom e i milanesi Acqua. Gli Arti & Mestieri, che l'anno
scorso s'erano imposti come la rivelazione della Festa, propongono il
repertorio del primo LP e pezzi inediti, confermando il proprio
valore. Segue un audiovisivo sul Vietnam. Tocca quindi agli Area, con
brani da “Crac!” e dai dischi precedenti (“Arbeit Macht Frei”,
“Cometa rossa”); durante l'esecuzione di “La mela di Odessa”,
la musica s'interrompe e tre dei gruppo si dedicano a sgranocchiare
mele (fischi dei pubblico, qualcuno grida “melensi!”); per
“Gioia e rivoluzione” vengono sventolate, con un suggestivo
effetto coreografico, alcune bandiere rosse illuminate da fari. Gli
Stormy Six iniziano presentando “Pontelandolfo” dall'album
“L'unità” e poi propongono, praticamente per intero, il nuovo LP
“Un biglietto dei tram”, concedendo giustamente un certo spazio
alle improvvisazioni strumentali che aggiungono vivacità ai brani.
Si conclude, molto tardi, con Lucio Dalla, ottimamente accolto dagli
spettatori. “
Comunque
buona musica e a nanna dalla nonna.

Attenzione,
“l'allegra
vecchina” tira
però un colpo mancino:
“chi
vuole giocare a carte?”
Come
rifiutare – morale si va a dormire alle 5 con un nuovo bagaglio di
aneddoti e detti popolari profusi dalla nonna probabilmente con
l'intento di distrarci dal gioco e poter continuare a "barare allegramente" alle carte.
Venerdi
29- Nel pomeriggio sono di
scena Stradina & Le Panchine, una formazione di giovanissimi, e
Claudio Rocchi, le cui canzoni hanno recentemente assunto una
coloritura d'impegno politico. Alla sera Francesco Da Gregori, che
trovo decisamente noioso, presenta un vasto repertorio, concludendo
con “Alice”, richiesta prepotentemente dal pubblico. Più vivace
il “set” di Eugenio Finardi, che ci riporta a del rock basilare
con il suo efficiente gruppo: tre pezzi dall'alburn “Non gettate
alcun oggetto dai finestrini” e una riuscita improvvisazione in cui
si mette in luce il violinista Lucio Fabbri; segue una jam-session
condotta dal percussionista Lorenzo Vassallo e dal chitarrista
Alberto Camerini cui man mano si aggiungono una dozzina d'altri
musicisti.

La
nostra decisione di passare la notte al Parco viene osteggiata
caldamente dalla nonna che alla fine cede e ci fornisce in dotazione
almeno due ombrelli visto che piove a dirotto (santa donna)
Ci
avviamo verso la meta dotati di tenda e sacco a pelo per affrontare
due notti all'addiaccio.
Nota
tecnica: la tenda era una “Canadese” 2 posti acquistata da me per
corrispondenza su “LA BASE” (chi se la ricorda???) allo
stratosferico prezzo di ben 3.900 lire e che aveva la caratteristica
di avere un solo telo, peraltro nemmeno impermeabilizzato, che
durante la notte accumulava l'umidità e la trasferiva all'interno
della tenda da tutti i punti di contatto col corpo o con bagagli
presenti all'interno – praticamente si dormiva a cielo aperto con
in più un accumulatore di umidità localizzato con funzione di
doccia. Pensate sotto una pioggia a dirotto!!!!!!!!!!!!!!!
Chiaramente
la montiamo proprio sotto un albero nelle immediate vicinanze del
palco principale su cui c'è appeso in bella vista “Vietato montare
tende”
Siamo
o non siamo proletari-rivoluzionari ?? I divieti non devono
esistere!!!!

Dormire
in una canadese 2 posti in 3 è già una bella avventura in
condizioni normali, pensate in una tenda dove se per errore tocchi il
telo è come se aprissi una doccia può dare la risposta al quesito
di cui sopra.
Notte tragicomica - i particolari sono però coperti da copyright.
Sabato
30- Pomeriggio
con gente poco conosciuta (Uxa e R.I.P.). L'atmosfera si scalda con
Edoardo Bennato e la sua satira politica: il cantante-compositore
napoletano propone la sua produzione più recente, incluso (come bis)
il famigerato “Meno male che adesso non c'è Nerone”, riscuotendo
vasti consensi. Edoardo sa indubbiamente tenere la scene molto bene:
potrebbe fare grandi cose scegliendosi dei bravi strumentisti come
accompagnatori ed eliminando dal suo repertorio i temi più banali e
caricaturali. Ivan Cattaneo, che mi dicono essere
rappresentante del Fuori non risulta affatto interessante.
Tocca poi e Franco Battiato, che dopo un inizio incerto comincia
a trarre dalle sue apparecchiature elettroniche del suoni
affascinanti, cui aggiunge i suoi particolari vocalizzi una sua
inattesa citazione di “Sapore di sale” sconcerta il
pubblico che mostra comunque di apprezzare la prestazione. Torna
Lorenzo Vassallo, questa volta accompagnato da un altro
percussionista di colore e da due flauti, a regalarci uno dei momenti
più belli della Festa: la musica suggestiva del gruppo sostiene le
evoluzioni di un danzatore (tale Leo, che ha soggiornato a lungo in
india) il quale ripete eleganti figurazioni ispirate ai balli
classici dei Kerala.
Provati nel fisico e nella mente "a nanna dalla nonna"
DOMENICA
- Oggi gli elementi atmosferici prendono il
sopravvento: qualche migliaio d’irriducibili segue comunque le
esibizioni di Yu-Kung, Tony Verde, Jane Sorrenti, Donatello e Agorà.
Noi accompagnamo il Polacco in stazione xchè deve tornare a casa, facciamo un po' i turisti (in fondo io Milano l'avevo vista in vita mia solo dall'interno della Stazione Centrale) e rientriamo dai parenti dove ci attende una serata di riposo.
A nanna dalla nonna
senza trucchi e senza inganni
Martedì 3 – la
metropolitana questo sconosciuto mostro
meccanico......................................
Dobbiamo tornare a casa
e dovremmo andare a Milano Centrale a prendere il treno delle 8 e
mezza
Come? Ma in
metropolitana mi dice Umberto........siamo a Milano
Ok Milano ore 7,30 del
mattino di un martedì giorno lavorativo – impiegati, operai, guru,
santoni, drogati, alcolizzati e tutto il repertorio umano è lì che
attende l'arrivo del prossimo treno sotterraneo.
Saliamo a bordo – la
mia consapevolezza del trasporto pubblico era legata a viaggi con
pullman, tram, filobus, automobili, moto, biciclette, pattini,
carrettini con cuscinetti alle ruote e comunque “mezzi di
superficie” legati alle percezioni ottiche di dove cazzo sei.
Mi posiziono nei pressi
di un'uscita in modo da essere pronto a scendere quando in nostro
momento anche perchè ho al seguito il nostro bagaglio il famigerato
zaino militare contenente la famosa canadese de “LA BASE”.
Morale della favola
alla seconda fermata vengo travolto da un ondata di umanità che
scende e trascina anche me sulla banchina – Mi rendo conto
dell'accaduto quando mi volto e vedo Umberto all'interno della
carrozza che mi guarda con aria interrogativa (che c...o fai?) e mi
fa segno di risalire.
Impresa titanica ed
impossibile vista la fiumara di gente che scendeva e mi impediva di
tornare indietro ed inoltre i tempi di sosta della metropolitana
milanese di quegli anni secondo me erano calcolati in nanosecondi.
Comunque il metrò
riparte e io resto come un “pistola” sulla banchina
Cosa avrebbe fatto un
milanese e/o qualcuno che fosse già stato in metrò – avrebbe
atteso il prossimo treno che (ahh!!!!! averlo saputo!!!!!!) sarebbe
arrivato entro max 2-3 minuti
La mia logica mi dice –
esci in superfice e vai in stazione a piedi tanto non sarà
lontanissima (i parametri geografici delle distanze che esistono in
una città come Milano e quelli relativi al paesello Arma di Taggia
li ho calibrati quel giorno a mie spese)
Tira molla e busticca
dopo non so quanti km a piedi raggiungo la stazione centrale
Il treno dovevamo
prenderlo alle 8 e 30 , io ero in stazione alle 12
Riuscii a comunicare
che ero ancora vivo e non mi ero perso sia ad Umberto che ai suoi
parenti, che nel frattempo mi davano già per disperso, salii sul
primo treno e tornai a casa.
Purtroppo l'anno seguente tornammo e le cronache riportano sicuramente meglio di me quello che successe documentando l’ultimo festival di Re Nudo del 1976, considerato da sempre, non a torto, il canto del cigno del movimento underground italiano, al Parco Lambro di Milano, tra infinite furiose discussioni e assemblee sui prezzi politici o meno dei panini e il lancio di centinai di polli surgelati tra una truppa di strani personaggi annoiati e forse un pò troppo sballati.....................ma come dicevo all'inizio questa è un'altra storia
è un bel Blog....
RispondiEliminainsisti...
magar
io ci provo ma mi manca il tempo e soprattutto la "memoria"
Eliminaanche tu non mollare, magari dirada un pò le pubblicazioni per diluirie l'impegno
grazie per il commento
"the first comment"
Ciao, intanto ti metto nei preferiti e sei in ottima compagnia, e poi spero tu prosegua con i ricordi. Quello che scrivi mi riporta indietro con il tempo. Sono più giovane di te ma mi sono goduto un periodo in cui la musica dovevamo ancora andarcela a cercare... e quindi via a macinare chilometri... tentando di evadere da quelle realtà chiuse in cui si viveva.
RispondiEliminabenno
Inanzitutto ti ringrazio. Purtroppo come dicevo nella risposta a Magar il tempo è tiranno e la memoria si affievolisce sempre più. E' stata la voglia di fissare nel tempo questi ricordi ed esperienze vissute che mi ha spinto a realizzare il blog. Anzi chiedo a chi mi legge di correggere e/o integrare quanto pubblicato in caso di errori e/o dimenticanze. La nostra "memoria storica" deve essere tramandata e diffusa per non far cadere nel dimenticatoio un periodo storico sicuramente unico e eccezionalmente vivo.
Eliminati ringrazioa ancora e al prossimo post.