Erano
gli anni in cui le feste del Santo Patrono, le feste dell'Unità e
poco altro permettevano a noi “giovani” di ascoltare la musica
che non fosse quella dei nostri genitori. (io sognavo di suonare la
batteria, che non potevo acquistare, percuotendo tutto quello che mi
capitava sotto le mani con somma incazzatura di chi mi stava attorno)
Alle
feste dell' Unità soprattutto cominciavano a suonare dal vivo i
primi complessi locali che nonostante l'obbligo in auge allora dei “3
lisci, 3 lenti e 3 shake” proponevano nel loro piccolo cover degli
artisti stranieri più conosciuti allora. (Santana, Jethro Tull, Led
Zeppelin ecc)
In
quel periodo ci stavamo formando musicalmente travolti dall'ondata di
rinnovamento musicale dell'epoca, ci si metteva sotto il palco o
almeno il più vicino possibile per “rubare il mestiere”, per
capire che note c'erano in quel solo o, chimera, conoscere qualcuno
del gruppo che durante la pausa (suonavano in media 4 ore) convinceva
gli altri e l' organizzazione a farti esibire nell'indifferenza più
totale dei presenti ma quando si raggiungeva l'obiettivo era come
essere a Woodstock.
Avere
un amico, che oltre alle disponibilità economiche non indifferenti
(aveva allestito nell' appartamento vuoto della nonna una “sala di
ascolto” dotata di un “vero” impianto Hi-Fi – per gli
amatori giradischi TORENS TD 125 MK II con braccio SME 2009 e testina
SHURE, pre e finale SAE e casse JBL dove ci si ritrovava tutti i
pomeriggi ad ascoltare “la nuova Musica” che il nostro acquistava
in quantità industriale e onestamente “tanto al chilo”) ,
accelerò la conoscenza del nuovo modo di fare musica.
Noi
bastardi approfittando di ciò gli proponevamo di acquistare questo o
quell'LP a seconda dei nostri gusti e delle nostre curiosità che
erano stimolate soprattutto dalla vorace lettura di Ciao 2001 e
l'ascolto di “Supersonic – musica a Mach 2” in onda su Rai
Radio 2 (in zona cominciavano allora le prime Radio libere)
Decine
e decine i dischi ascoltati, giudicati, discussi, promossi, bocciati
ecc. legati soprattutto al famoso progressive made in Italy con
sconfinamenti nel nascente Jazz rock.
Ma
torniamo alle feste del santo patrono.
A
Bussana c'erano a settembre i festeggiamenti di Sant Egidio in cui,
non si sa bene come e perchè vennero chiamati a suonare,
"UDITE-UDITE", i New Trolls, Le Orme e la Formula 3, che noi potemmo
vedere dal vivo, e dirò di più, “quasi sul palco” (almeno
questo è quello di cui mi ricordo)

A
Levà c'era la festa di Sant Isidoro che dopo i “fasti” degli
anni '60 era caduta nel dimenticatoio come festa popolare mantenendone
solo la parte prettamente religiosa
Si
decise allora di provare a resuscitarne la parte più ludica e
godereccia (mangiare, bere e ballare)
Era
il secondo anno e a seguito del successo dell'anno precedente
(soprattutto nel rientro economico) si pensò di organizzare per la
serata del sabato sera un concerto con qualche musicista o gruppo “di
grido”
Contattiamo
allora chi gestiva le “tournèè” (cioè stasera suoni alla festa
del santo patrono di Battipaglia, domani nella nuova discoteca
ZumZum, e così via) dei gruppi di allora e ci facciamo inviare il
calendario con la disponibilità di data.
Primo
obiettivo: I New Trolls – occupati
secondo
obiettivo: PFM – occupati ..........................a seguire Formula 3 – occupati altri .........................................................occupati
ad
un certo punto vedo nella lista degli artisti Alan Sorrenti. La
maggior parte lo ricorda come “il figlio delle stelle” ma in
allora aveva appena inciso “Aria” .
Pronti
via e, sulla fiducia nei miei confronti che sostenevo a spada tratta
la candidatura (anche perchè in alternativa si andava da Orietta
Berti a Peppino di Capri ecc) si organizza il tutto.
Arriva
il giorno della verità e, dopo un pomeriggio passato a servire (e
bere) bicchieri di vermentino a (e con) Sorrenti e i suoi musici
(Tony Esposito percussioni e Robert Fix saxofoni) la sera il
concerto.
Sconcerto
e curiosità da parte degli abitanti e frequentatori della festa
nell' arrivare al campo sportivo e anziché trovarsi di fronte al
“complessino” che li avrebbe fatti ballare si ritrovano immersi
in una moltitudine di giovani “capelloni” che hanno occupato la
pista da ballo.
Per
non parlare del “tipo” sul palco che gorgheggia canzoni
(canzoni???) incomprensibili accompagnate da un sottofondo di
percussioni e fiati con suoni e ritmi un po' troppo diversi da quelli
della musica da ballo.
Comunque
grande concerto e grande evento per tutti i presenti (più o meno
presenti ricordando gli aromi e le nuvole di fumo che si alzavano dal
parterre)
Ora
in un eccesso di protervia dirò a chi c'era “potevate almeno
dirmi grazie”